In viaggio nel tempo con il criceto (Italian Edition) by Ross Welford

In viaggio nel tempo con il criceto (Italian Edition) by Ross Welford

autore:Ross Welford [Welford, Ross]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Juvenile Fiction
ISBN: 9788858688465
Google: 2DMfDgAAQBAJ
Amazon: B06VV98W2R
editore: Rizzoli
pubblicato: 2017-02-23T00:00:00+00:00


Capitolo quarantacinque

Faccio un bel respiro: questa deve funzionare. «Siamo venuti a stare qui da poco. La mamma mi ha detto di cercare un bambino indiano di nome Pi Chaudhury. Credo che conosca la tua di mamma, o qualcuno dei tuoi. Non è che siamo in tanti, qui, perciò ho tirato a indovinare.»

Già nel dirlo suona più che plausibile, tanto più che io so che la mamma di Pi – mia nonna Julie – è morta da anni. È come un doppio bluff; sono così soddisfatto della mia bugia che ci aggiungo ancora qualcosa. «Le mamme si conoscono sempre tra loro, vero?» Ridacchio, ma la risatina resta sospesa nell’aria, senza trovare eco, e subito mi sento un verme per aver 1) usato la morte della mamma di Pi per dire una bugia migliore; 2) spinto Pi a pensare alla sua mamma morta.

Lui però lascia correre, e torna al punto: «Dov’è che abiti, allora?».

Scelgo un posto abbastanza lontano da non correre rischi. «A Monkseaton. C’è un nuovo quartiere, in paese.» Non mi sono ancora uscite le parole di bocca che mi rendo conto di cosa ho detto.

«Ah, sì? Non lo sapevo.»

«Be’, ecco… È ben nascosto, e poi è molto piccolo. Fai fatica a vederlo, sul serio. E tu dove abiti?»

«In Sandview Avenue» e fa sì con la testa in quel suo modo tipico. «Subito lì, dove comincia la città.»

Ci alziamo, togliendoci la sabbia dai calzoni. Tendo la mano per spazzare via la sabbia dalla schiena di Pi e lui fa per ritrarsi, poi mi sorride e mi lascia fare. Da dietro, vedo che è scosso dai tremiti, come se piangesse.

«Ehi, ti ho chiesto scusa» dico, e gli giro intorno per vederlo in faccia. Ma non sta piangendo, anzi: sta ridendo. In silenzio, con appena quel lieve sbuffo dal naso, ma sta ridendo.

«Cos’è che ti fa ridere?» gli chiedo, mentre anche a me viene da ridere.

«Boh» risponde, sempre ridacchiando. «Forse la scena, tu e io… Ma perché abbiamo fatto la lotta sulla sabbia?» Scoppio in una risata. Tutti e due siamo più sollevati: lui perché ha capito che non voglio picchiarlo, io perché non ho mandato a monte il mio piano lasciandolo andare via. Per qualche attimo continuiamo a ridere, senza muoverci di lì.

«Dai, andiamo» dico io. «Vediamo di risolvere la faccenda del gatto.»

Lungo il vicolo che ci riporta in Chesterton Road, dove abita Mr Frasier, Pi si comporta in modo strano quando ci avviciniamo alla strada, come se volesse nascondersi dietro di me e dietro la scatola.

«Che ti succede?» gli chiedo.

«No, niente. È solo che… ehm, lì è dove abita Macca e… non vorrei che mi vedesse, ecco.» Accenna alla casa al numero 40. La mia vecchia casa.

«Casa sua è quella lì?»

Pi annuisce. Ricordo cos’ha detto la mamma una volta, di quelli che ci avevano venduto la casa. Gente rozza, degli squilibrati.

«Si chiama MacFaddyen, di cognome?»

Annuisce di nuovo. «Hai sentito parlare di loro?»

«Vagamente.»

Evviva, penso, al ricordo di Macca che si vantava di aver sparato al gatto. Alan Shearer è in un cassetto nel bunker, sotto la casa di uno psicopatico.



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